Olio di palma: fa davvero così male?

Pubblicato il 20 Aprile 2016 in News

Il progresso, la tecnologia e l’informazione ci inducono ad essere sempre molto attenti alla nostra salute, almeno in apparenza, e ad essere sotto i riflettori adesso è il turno dell’olio di palma.
E’ sulla bocca di tutti ultimamente il potenziale effetto nocivo di quest’olio, ma cosa è? Di cosa ci dobbiamo realmente preoccupare?
L’ olio di palma è un grasso largamente usato nell’industria alimentare a causa del suo bassissimo costo.
Lo troviamo in tantissimi alimenti: snack dolci e salati, merendine, biscotti, creme.

Le origini dell’olio di palma

Deriva dalla polpa del frutto di alcune specie di palme da cocco e la sua particolarità è di essere molto ricco di acidi grassi saturi, ne è composto per il 50%, gli stessi che dovrebbero essere usati con più parsimonia all’interno della dieta.

Si è intenzionalmente d’accordo, infatti, che le calorie derivanti da questo tipo di grassi non dovrebbero superare il 10% dell’energia totale giornaliera assunta con gli alimenti affinchè non si configurino dei rischi cardiovascolari.

Appurato che l’olio di palma non è dannoso di per sè il quesito è, dunque: quanto è alto il suo apporto di acidi grassi?

A questo ha risposto, su richiesta del Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità con uno studio sulle abitudini alimentari degli italiani.

Sembrerebbe che, in media, un italiano adulto consumi circa 5 grammi di olio di palma al giorno (assunto con i vari alimenti in cui viene utilizzato) e 27 grammi di acidi grassi saturi in totale.

Non sono dunque i 5 grammi di olio di palma a poter rappresentare un rischio ma i 27 totali che potrebbero la percentuale di acidi grassi saturi a superare la soglia del 10%.

Come spesso accade focalizziamo la nostra attenzione sull’albero e non ci accorgiamo del bosco che c’è dietro.