L’ecografia prenatale (US) è la modalità principale per diagnosticare anomalie fetali, soprattutto all’inizio della gravidanza. La risonanza magnetica fetale (MRI) è uno strumento utile per confermare e caratterizzare una patologia sospettata agli ultrasuoni, in particolare nel rilevamento delle patologie del sistema nervoso centrale. L’uso di tecniche di imaging ultraveloce fornisce ulteriori informazioni importanti e una qualità di imaging ottimale, nonostante il movimento fetale nella pratica clinica. Diffusion Weighted Imaging (DWI), Diffusion Tensor Imaging (DTI), Spettroscopia RM e studi funzionali, hanno potenziali applicazioni nell’imaging cerebrale fetale.
La risonanza magnetica fetale potrebbe riconoscere, in contrapposizione con gli ultrasuoni, lo sviluppo del cervello fetale, l’aspetto multistrato del parenchima cerebrale, i tempi dello sviluppo dei solchi e la mielinizzazione. Le indicazioni più comuni per la risonanza magnetica fetale sono ventricolomegalia, anomalie della linea mediana, malformazioni dello sviluppo corticale cerebrale, anomalie della fossa posteriore, sospette lesioni emorragico-ischemiche e tumori. La risonanza magnetica fetale è un complemento sicuro e valido rispetto agli ultrasuoni per la gestione e la prognosi clinica. Keywords: Anomalie del cervello fetale, cervello fetale, risonanza magnetica fetale, MR1 Come citare questo articolo: Resta M, Dicuonzo F, Resta M. Ruolo della risonanza magnetica nella diagnosi delle anomalie del cervello fetale. Donald School J Ultrasound Obstet Gynecol 2017: 11 (4): 328-340.