MAMMOGRAFIA: DIAGNOSI E PREVENZIONE

Pubblicato il 17 Giugno 2019 in News

Il tumore al seno è il tumore femminile dell’età adulta più frequente: qual è a strada per la prevenzione?

L’esame diagnostico più preciso e affidabile per la prevenzione del cancro al seno è la mammografia, in quanto riesce a identificare lesioni nodulari o microcalcificazioni (importanti segnali d’allarme) prima che si sviluppi, a livello clinico, un carcinoma della mammella.

Mammografia in cosa consiste? Definizione 

La mammografia è un’analisi di tipo radiografico, che sfrutta un basso dosaggio di radiazioni X per individuare possibili lesioni della mammella. È considerata il gold standard nel campo della diagnosi dei tumori al seno. È importante rilevare tali lesioni, in quanto potrebbero evolvere in neoplasie o carcinomi mammari. È una tecnica che:

  • per le pazienti giovani consente di riconoscere cisti, noduli e fibroadenomi di tipo benigno a consistenza fibrosa (per questo tipo di diagnosi è molto indicata anche l’ecografia mammaria);
  • per le pazienti mature, dai 40 anni in su, permette anche di trovare noduli molto piccoli oppure microcalcificazioni (rilevazione che, invece, non è possibile fare con l’ecografia mammaria).

  A cosa serve – diagnosi e prevenzione

L’obiettivo principale dell’analisi mammografica è la diagnosi dei tumori mammari. Il più diffuso è il carcinoma della mammella, che colpisce maggiormente le donne fra i 45 e i 65 anni d’età. Un aspetto fondamentale per la prevenzione è che tramite la mammografia si possono diagnosticare precocemente dei possibili noduli irregolari, ancora in fase pre-clinica. In questo senso, la prevenzione secondaria diminuisce la possibilità di insorgenza di un tumore di tipo maligno, incurabile, permettendo di eliminarlo tempestivamente senza che si debba asportare l’intera mammella.

Quando sottoporsi a mammografia

È consigliato sottoporsi a mammografia:

  • ogni anno, per le pazienti tra i 50 e i 70 anni di età;
  • ogni due anni (massimo), per le pazienti tra i 40 e i 49 anni di età;

Inoltre, qualora fosse presente un’ereditarietà o una predisposizione di tipo genetico, si consiglia di effettuare l’esame mammografico a partire dai 30 anni di età.

Eseguire una mammografia

Per eseguire una mammografia si utilizza il mammografo, uno dispositivo radiologico. Esso ha il compito di generare ed emettere raggi X ionizzanti, per qualche secondo. In questo modo è possibile investigare la ghiandola mammaria in profondità. Per fare l’esame si analizza un seno per volta. Bisogna posizionare la mammella sopra un piano e con un piatto plastificato la si comprime lievemente a partire dall’alto, verso il basso. Dopo si esegue un’analisi del seno anche lateralmente, disponendo i piatti plastificati in posizione verticale. Bisogna considerare tutte le quattro proiezioni radiografiche ottenute, in modo da ottenere un mammogramma completo, che sarà studiato poi dal medico specialista (radiologo).

Prepararsi alla mammografia

Per potersi sottoporre a mammografia non è prevista una determinata preparazione. Per le donne in età fertile, affinchè il seno senta meno dolore e sia anche meno ingrossato, si consiglia di eseguire l’esame mammografico nei primi giorni del ciclo mestruale. Prima di sottoporsi all’analisi è molto importante evitare l’uso di deodoranti o profumi: potrebbero contenere talco, che comparirebbe nelle radiografie in forma di macchie puntiformi bianche, rendendo l’esito della mammografia non corretto e inutilizzabile. L’esame mammografico dura tra i 5 e i 10 minuti e non è doloroso, anche se è possibile che le pazienti molto sensibili risentano della compressione fatta sul seno, accusando un lieve dolore che potrebbe permanere anche per qualche giorno.

 Chi effettua la mammografia – medici, strutture, tecnici

Chi esegue l’esame mammografico è un TSRM, cioè un tecnico sanitario di radiologia medica. L’esito è poi presentato al medico radiologo, che determina se la mammografia è stata eseguita in modo corretto, per valutare l’eventuale seguito del percorso diagnostico. È necessario interpellare un radiologo in quanto si tratta di un’analisi che sfrutta radiazioni ionizzanti (motivo che rende obbligatoria, per legge, la prescrizione medica dell’esame). Per scegliere al meglio il proprio medico, è consigliabile trovarne qualcuno che abbia una buona esperienza nel campo, data sia dall’attiva partecipazione a corsi di aggiornamento, ECM, sia da anni di esperienza, il tutto supportato da presenze ai congressi e pubblicazioni scientifiche.

Per quanto riguarda le strutture, la visita mammografica può essere eseguita in ospedali e cliniche (private o convenzionate) che abbiano un reparto radiologico, oppure nei vari centri di diagnosi specializzati.

Inoltre, per le donne che hanno dai 45 anni di età in poi, si effettuano degli screening di massa su tutto il territorio nazionale, per un controllo gratuito della mammella. La paziente, poi, riceverà una lettera con l’esito positivo o negativo dell’eventuale presenza del carcinoma.

Risultati

Per essere informati sui risultati dell’esame mammografico ci sono varie tempistiche, che dipendono principalmente dalla diagnosi che esprimerà il medico radiologo. Possono durare da poche ore a settimane. In caso di anomalie sarà necessario eseguire altri accertamenti (esami più approfonditi), definendo, così, il percorso che si vuole intraprendere.

Altri tipi di esami diagnostici – screening per il tumore al seno

Nello screening per la prevenzione del tumore al seno, la mammografia è un’analisi decisamente affidabile, ma, come ogni cosa, non è infallibile. A volte può essere necessario eseguire degli approfondimenti nella valutazione diagnostica, effettuando degli accertamenti, specialmente quando si ha a che fare con una tipologia di seno dalla struttura densa, che risulta opaco alla radiazione X (radiopacità, proprietà che non permette un’analisi corretta), oppure quando vengono riscontrate delle lesioni sospette.

Di seguito un elenco dei possibili esami diagnostici di approfondimento.

  • RMM – Risonanza Magnetica Mammaria: è un esame che si esegue con un mezzo di contrasto, consigliato solo in determinate situazioni, dove ci sia un accertato fattore di rischio.
  • Ecografia mammaria: è un esame che si esegue con gli utrasuoni, come completamento della mammografia (in genere tutte le pazienti vengono sottoposte a questa analisi). Se con l’analisi mammografica sono state riscontrate lesioni mammarie sospette, questo esame risulta necessario.
  • Tomosintesi – mammografia mammaria ad alta definizione: è un esame che acquisisce un seriogramma, cioè un insieme di immagini parallele della ghiandola mammaria. Consente un’individuazione migliore delle possibili alterazioni presenti, grazie ad una visualizzazione precisa della mammella (è una tecnica più accurata rispetto al semplice esame mammografico).
  • Agoaspirato – biopsia della mammella: è un esame istologico utile per determinare le caratteristiche di un possibile tumore di tipo maligno, che preleva e analizza un campione del tessuto mammario.
  • TC: è un esame che si effettua solamente quando si ha a che fare con un tumore ormai in stadio avanzato, utile a progettare la terapia più opportuna.