TOMOSINTESI MAMMARIA: di cosa si tratta, come si esegue, quali sono i rischi e risultati

Pubblicato il 29 Maggio 2019 in News

Che cos’è la tomosintesi mammaria

La tomosintesi mammaria è un nuovo mezzo diagnostico, in grado di individuare delle lesioni tumorali anche piccole, originate dalla ghiandola mammaria. Eseguire una mammografia attraverso tomosintesi significa fare una scansione 3D delle mammelle: si scompone la mammella in varie sezioni, ciascuna con uno spessore millimetrico. In questo modo si possono identificare alterazioni anche molto circoscritte, le quali potrebbero essere segnale della presenza di un tumore.

 

A cosa serve

Il principale scopo della tomosintesi mammaria è la diagnosi del carcinoma della mammella in fase precoce. Permette di ridurre il numero dei falsi positivi e negativi, in modo da diagnosticare i tumori mammari con maggior precisione e accuratezza. Si tratta di uno strumento diagnostico che, grazie all’analisi stratigrafica della mammella, riconosce più facilmente noduli e microcalcificazioni. Questa è una tecnica efficace soprattutto quando si è in presenza di ghiandole mammarie di tipo denso, come nei seni delle giovani donne, le quali sono più complicate da esaminare con strumenti tradizionali, dando interpretazioni diagnostiche maggiormente dubbie.

Eseguire una tomosintesi – preparazione e procedura

La tomosintesi garantisce una diagnosi più accurata, grazie alla possibilità di acquisire immagini da diverse angolazioni, ottenute con un mammografo in tre dimensioni  o DBT (cioè Digital Breast Tomosynthesis). Per eseguire una tomosintesi si usa la stessa tecnica utilizzata per la mammografia, con la differenza che il tubo radiogeno si muove in modo oscillante.

Prepararsi alla visita: per esaminare la mammella anche in profondità, è necessario che la paziente si metta di fronte al macchinario. La tomosintesi dura pochi secondi e non causa dolore, proprio come una mammografia bidimensionale. Di routine, l’esecuzione prevede quattro esposizioni: due per ogni lato. Durante l’acquisizione, il tubo radiogeno si muove in modo da registrare le immagini alle varie angolature. Si ottengono più strati, i quali verranno assemblati in seguito, consentendo una completa ricostruzione della mammella.

 

Quando eseguire una tomosintesi mammaria

Nel campo dello screening mammografico, si raccomanda alle donne di fare la mammografia ogni anno, a partire dai 40 anni di età. È preferibile effettuare l’esame nella prima settimana dopo la conclusione del ciclo mestruale. Inoltre:

  • la tomosintesi è necessaria per le pazienti tra i 35 e i 40 anni considerate a rischio tumore per ragioni di ereditarietà genetica;
  • sotto i 35 anni si deve preferire l’ecografia come strumento diagnostico, sempre che il medico radiologo non raccomandi una visita tomografica.

Non esistono controindicazioni per le pazienti con le protesi al seno.

 

Chi effettua una tomosintesi mammaria

È necessario che il medio radiologo che referta la tomosintesi abbia un’esperienza pluriennale in questo campo. Sia che ci si rivolga a ospedali, sia che ci si rivolga a cliniche convezionate, l’importante è che ci si affidi a personale qualificato, che segua regolarmente corsi di aggiornamento (ECM).

Risultati della tomosintesi: una tecnica più precisa e accurata

Grazie alla tomosintesi mammaria è possibile ridurre gli esiti falsamente positivi, evitando la preoccupazione dovuta ai falsi allarmi (aspetto positvo anche dal punto di vista economico). Infatti, in presenza di falsi positivi è necessario ripetere l’esame o eseguire ulteriori accertamenti. Inoltre, grazie alla ricostruzione volumetrica è possibile superare uno dei limiti più importanti dell’imaging 2D, cioè il mascheramento delle lesioni: con la tomosintesi è possibile identificare anche le lesioni più piccole, come noduli e microcalcificazioni di dimensioni infra-centimetriche. Questo perché, a differenza del caso bidimensionale, non si sovrappongono strutture anatomiche normali, ma i vari piani vengono dissociati. Ecco che i falsi positivi e negativi diminuiscono.

I rischi della tomosintesi mammaria

L’esposizione ai raggi X con i più moderni sistemi digitali diretti con tomosintesi è, essenzialmente, la stessa di una mammografia digitale classica in tre proiezioni. Questo è uno dei motivi che fanno ipotizzare che, prima o poi, la tomosintesi prenderà il posto della mammografia bidimensionale.