Nel seguente lavoro del Dott. Cristiano Turchetti, medico chirurgo e specialista in radiologia diagnostica, consulente dello studio polispecialistico “Madonna della Bruna” di Matera, analizzeremo nel dettaglio la sua esperienza personale nell’applicazione della risonanza magnetica nelle patologie delle articolazioni temporo-mandibolari.
Cos’è la risonanza magnetica
- La risonanza magnetica (RM) è una metodica della diagnostica per immagini introdotta come applicazione clinica negli anni ’90.
- La RM non utilizza radiazioni ionizzanti potenzialmente dannose, ma sfrutta le proprietà magnetiche di alcuni atomi che costituiscono i nostri tessuti, in particolare degli atomi di H, per ottenere immagini altamente informative.
- La risonanza magnetica è costituita essenzialmente da un grosso magnete e da bobine che emettono e ricevono onde elettromagnetiche. Sia il magnete che le bobine sono racchiuse nell’involucro di un grosso cilindro cavo, al cui interno scorre il lettino dove viene posizionato il paziente. Sia il campo magnetico generato dal magnete che le onde elettromagnetiche emesse dalle bobine non provocano alcun disturbo al paziente; l’unico inconveniente è rappresentato da un rumore ritmico durante l’esecuzione dell’esame. Il vantaggio principale della RM, rispetto ad altre metodiche di immagini, risiede nell’alta risoluzione di contrasto e nella possibilità di caratterizzare, entro certi limiti, la composizione tissutale.
Benefici della risonanza magnetica
- La RM è una metodica radiologica non invasiva che non espone il paziente alle radiazioni ionizzanti.
- La risonanza magnetica è dotata di una grande risoluzione di contrasto che può consentire la caratterizzazione dei tessuti e delle loro anomalie.
La risonanza magnetica delle articolazioni temporo-mandibolari
Lo studio RM delle articolazioni temporo-mandibolari è un momento importante di confronto tra il mondo delle immagini e l’odontoiatria clinica. È importante la selezione del paziente da inviare all’esame e il follow up dopo la terapia.
L’interesse allo studio della relazione tra i denti, l’articolazione temporo-mandibolare e il complesso muscolare del sistema stomatognatico si è accresciuto negli ultimi anni anche in relazione agli strumenti diagnostici e terapeutici. Si è giunto pertanto alla conoscenza, sulla scorta dell’esperienza clinica, dei molteplici fattori dinamici che entrano in gioco nelle problematiche odontoiatriche. Le articolazioni temporo-mandibolari sono delle condiloartrosi che consentono il collegamento della mandibola alla testa. Il condilo mandibolare, posizionato nella fossa temporale, migra attraverso un disco chiamato menisco, anteriormente, e si riposiziona nella fossa temporale nei movimenti di apertura e chiusura della bocca.
Anatomia
Il disco può avere diverse configurazioni:
- Biconcavo
- Emiconvesso
- Biconvesso o “a lente”
- Biplanare
- “Accartocciato”
Rapporti condilo-meniscali
Patologie delle articolazioni temporo-mandibolari
Esistono due grandi famiglie:
- Disordini intracapsulari: sono quei disordini che interessano prevalentemente l’articolazione. Se ne distinguono tre grandi categorie:
- Incoordinazione condilo-meniscale
Lussazione riducibile
Lussazione mediale
Alterazioni strutturali delle superfici articolari:
Deformazione post-traumatica
Rimodellamento
Artrosi
Osteofita
Alterazioni flogistiche:
Erosione condrale
Cisti sottocorticali
- Disordini extracapsulari:
sono quei disturbi attribuibili ad una componente prevalentemente muscolare, cioè ad un’iperattività funzionale dei muscoli masticatori.
I disturbi delle articolazioni temporo-mandibolari
Conosciuti anche come sindrome dell’ATM, i disturbi delle articolazioni temporo-mandibolari sono la principale causa del dolore facciale riconducibile a due entità:
- disturbi muscolari
- disturbi articolari
I sintomi riferiti sono:
- dolore nella regione auricolare, alle volte scambiato per l’otite. Il dolore si irradia alla testa e peggiora con il movimento della mandibola; talvolta si accompagna alla percezione di un rumore scroscio-articolare (crepitio).
- Limitazione nell’escursione migratoria dei condili mandibolari o blocchi articolari, sia in apertura che in chiusura della bocca e bruxismo (serramento dei denti).
- Acufeni, illusoria percezione di un suono. Questi ultimi sono percepiti dallo stesso lato della disfunzione delle ATM.
- Alterazioni posturali nei disturbi craneo-cervico-mandibolari (DCCM): disallineamento delle spalle, asimmetria del bacino, flessione laterale della testa. Questi squilibri posturali hanno conseguenze biomeccaniche con alterazioni dinamiche delle ATM e possibili alterazioni degenerative dei capi articolari.
Obiettivi diagnostici della risonanza magnetica:
- studio morfologico
- valutazione rapporti spaziali condilo, disco, fossa
- valutazione:
- statica
- pseudo-dinamica
- dinamica
Rischi della risonanza magnetica
- La RM è una metodica pressoché priva di rischi per il paziente.
- Il campo magnetico non è in sé dannoso per l’uomo, ma può esserlo nei pazienti portatori di dispositivi metallici come il pacemaker, non compatibili.
Conclusioni
- Risonanza magnetica + esame obiettivo = concordanza del 53.8%
Comparison of clinical and magnetic resonance imaging diagnosis in patients with disk displacement in the temporomandibular joint. Oral
Autore
Dott. Cristiano Turchetti,
Medico chirurgo e Specialista in Radiologia diagnostica
Consulente dello studio polispecialistico “Madonna della Bruna” di Matera
Esperienza personale nell’applicazione della risonanza magnetica nelle patologie delle articolazioni temporo-mandibolari
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